Roberto Tondi, Negev, Stone Painting


Stone Painting


Se non avessi scelto di restare di base a Lecce, la mia città, pur nel mio nomade vagabondare per il globo alla ricerca dell'anima dei luoghi e della mia, Stone Painting non sarebbe mai esistito, almeno non con me.

La città, infatti, è detta anche la “Signora del Barocco” per la massiccia presenza della pietra leccese, un calcare tipico del Salento, ricco di sedimenti millenari e particolarmente malleabile, che ha consentito l'ampia diffusione dello stile decorativo e ornamentale proprio grazie alla facilità con cui viene lavorata a scalpello nei minimi dettagli compositivi.

Ed è proprio in una di queste antiche cave in pietra leccese, scoperta per caso, interrata a circa 10 metri di profondità e lasciata, sempre per caso, senza alcun trattamento di bonifica, che per caso è avvenuta la trasformazione della materia fotografica in materia pittorica, come se la Natura avesse architettato questa serie di eventi fortuiti per manifestarsi spontaneamente nella sua immensa forza e bellezza.

Depositate per più di un anno in questa stanza sotterranea, in un'insolita alchimia di aria, luce, temperatura, umidità, concentrazione e chissà quali altre energie naturali, le mie foto hanno subito una mutazione, un'evoluzione: sono uscite dal bozzolo e diventate farfalle.

Stone Painting è un processo lento, vitale, che immerge ogni mio scatto nei flussi dell'esistenza e dona loro una nuova anima fatta di segni, forme e colori che prima non c'erano.

La “pittura con la pietra” restituisce il carattere di unicum a un'opera di matrice riproducibile e meccanica, quale la fotografia in generale, creando un nuovo linguaggio basato su un mix di intenzione, non del tutto controllabile, e di scienza, misurabile solo in parte, con una forte componente di mistero che apre la visione verso nuovi orizzonti immaginativi e nuovi modi di guardare alla realtà.

In questa fusione tra artificio e natura, tra l'obiettivo della mia visione e le forze alchemiche della vita, tra la mia identità e la volontà del caso si realizza l'opera.

Un'accurata perizia, condotta dal personale scientifico dell'Accademia di Belle Arti di Lecce, conferma l'assenza di manipolazioni e l'irreversibilità del processo di trasformazione, dovuto esclusivamente all'unicità dei fattori ambientali combinati con gli elementi chimici e fisici del supporto.